Arcidiocesi
di Ferrara-Comacchio

 
 

PAGINA Omelia

S. Messa di apertura Scuola di Teologia per laici
Seminario di Ferrara 20/09/2019

Caro don Paolo e cari confratelli presbiteri, cari fratelli e sorelle, solo poche parole, per non rubare troppo tempo alle lezioni. Saluto con affetto e ringrazio il papà, la mamma, la sorella di Laura Vincenzi. E’ una gioia per me iniziare con voi, con questa celebrazione eucaristica “fons e culmen “ della vita cristiana, le lezioni della nuova scuola di Teologia intitolata a ‘Laura Vincenzi’, consapevole anche che “la nascita, la crescita, la difesa della fede della comunità credente è affidata anzitutto ai Vescovi, “maestri di fede” – come ci ricorda il documento Donum veritatis.

La Parola di Dio di oggi ci illumina, accompagna nell’apertura di questa Scuola di teologia con le parole di Paolo all’amico Timoteo. Paolo richiama l’importanza della fedeltà nell’insegnamento al contenuto della fede: “le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo” e “la dottrina conforme alla vera religiosità”. Possiamo dire, in sintesi, che Scrittura e Tradizione sono i binari dell’insegnamento teologico– come ricorda anche la costituzione conciliare Dei Verbum: “La sacra Tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa; nell'adesione ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera assiduamente nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle orazioni (cfr. At 2,42), in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si stabilisca tra pastori e fedeli una singolare unità di spirito” (D.V. 10). Chi esce da questi binari, “accecato dall’orgoglio, non comprende nulla” e rischia di diventare “un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili”. Sono parole dure, ma vere fin dai primi tempi della vita cristiana. La teologia, rimandando ai fondamenti della nostra fede, con intelligenza aiuta a rendere ragione della nostra fede e a leggere il mondo, la storia, “con gli occhi della fede”.

La pagina del Vangelo di Luca ci ricorda che Gesù “se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio”. La teologia, poi, è per la missione, ci chiede di andare, di uscire non solo fisicamente dai luoghi della nostra vita quotidiana, ma anche di uscire dai luoghi comuni, dalla ripetitività per approfondire sempre di più, nello studio e nel dialogo, le verità e lo stil di vita cristiana, partecipando con responsabilità alla vita della Chiesa, ma anche con l’attenzione al contesto di tempo e di luogo, alle nuove relazioni, come ha ricordato Papa Francesco alla Giornata di studio sulla costituzione apostolica Veritatis gaudium, a Posillipo, il 21 giugno scorso. Il Papa ha detto come la teologia di oggi si caratterizza anche come “teologia dell’accoglienza, è una teologia del contesto, che cioè parte dall’ascolto e dal discernimento di un particolare contesto; è una teologia nel contesto, cioè dell’incontro e del dialogo con le forze che promuovono il bene in un determinato contesto; ed è una teologia per il contesto, cioè una teologia che in un determinato contesto, con la pratica dell’evangelizzazione e dell’accoglienza reciproca, opera per la costruzione di una società tollerante e che ha a cuore la cura e la salvaguardia della persona e del creato che la circonda”.
La teologia cammina con le persone, con i “Dodici e alcune donne” – ci ricorda ancora il Vangelo – con i piedi, le mani, il cuore e l’intelligenza di uomini e donne. Chiediamo al Signore di accompagnarci in questo cammino insieme di intelligenza della fede, sapendoci non solo guardare dentro, ma anche guardare attorno.

 

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