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...e lo riconobbero
5 ottobre: riparte la Scuola di Teologia Laura Vincenzi

Istituto di Cultura Casa Giorgio Cini, Ferrara 05/10/2023 

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Scuola di teologia per laici "Laura Vincenzi", al via il nuovo anno. Intervista al Direttore Marcello Musacchi: «studio e confronto per abbattere gli idoli del "si è sempre fatto così"». Il programma fino ad aprile. Tanti gli ospiti importanti: a suor Donatello a Candiard e Timothy Radcliffe


a cura di Andrea Musacci
Non luoghi di difesa, ma di costruzione di nuove speranze. Così vanno ripensate – continuamente – le nostre comunità ecclesiali. E per cambiare sguardo, per cercare orizzonti differenti, servono anche momenti di ascolto e confronto. Questo aspira ad essere la Scuola di teologia per laici “Laura Vincenzi”, giunta al quinto anno. È già possibile iscriversi alle lezioni che si svolgeranno a Casa Cini, Ferrara dalle 18.30 alle 20 nelle date sotto riportate. Tema, "...E lo riconobbero …oltre le attese, con gli occhi della fede". Abbiamo incontrato il Direttore della Scuola, Marcello Musacchi, per riflettere assieme sul nuovo anno che sta per iniziare.


Musacchi, rispetto all’anno scorso quali sono le novità?
«L’anno scorso avevamo scelto l’immagine della chiave e della casa, dei modi di entrare, approcciare una pastorale diversa. Quest’anno invece abbiamo scelto l’immagine di Emmaus,
icona del Sinodo in corso, e anche qui in un certo senso ricorre il tema della casa, quel luogo da dove si riparte. Al tempo stesso, però, vi è l’immagine della strada, luogo dell’annuncio».
La Scuola non è un Istituto di Scienze Religiose. Quali le differenze? «Come l’anno scorso, abbiamo mantenuto nel programma l’unione di discipline umanistiche e teologiche, un intreccio continuo tra le due, di cui parla anche Papa Francesco nella Costituzione apostolica “Veritatis gaudium”: una teologia, quindi, che – attraverso la multidisciplinarietà – entra nei contesti e nelle dinamiche delle vite delle persone. Una differenza importante rispetto al vecchio approccio. Inoltre, riteniamo sia altrettanto importante saper comunicare bene ciò che c’è di positivo, e per questo ai relatori abbiamo chiesto di portare con sé anche la propria esperienza, per arrivare a una dinamica di riflessione, a un confronto con i presenti».


Esperienza: parlarne significa parlare anche delle fragilità, a partire dalle proprie…
«Sì, lo faremo soprattutto nella seconda parte del programma. Gli elementi di fragilità possono trasformarsi in opportunità per le comunità e la loro pastorale. Dalle fragilità che chiunque
ha, si possono – assieme – cercare nuove strade per trasmettere la fede. Strade che, quindi, si dimostrano profetiche».


Abitudine e novità, futuro e tradizione: coppie che spesso creano tensione. La Scuola come affronta questi snodi?
«Dallo stesso percorso sinodale, stanno emergendo diverse riflessioni e proposte nuove. Si tratta di capire come riorientare la memoria – che è fondamentale – in una nuova speranza.
Prima parlavamo di esperienza, di vissuti: un buon metodo per lavorare su questo, è stare sulla strada, non sulle mappe…».


Passare dalla carta alla carne, insomma…
«Esatto. Ma stare nella realtà significa iniziare a guardare le nostre stesse comunità cristiane con occhi diversi, costruendo forme di appartenenza che non siano più luoghi di difesa, che non seguano più la logica dell’arroccamento in piccoli gruppi autoreferenziali…».


Non a caso, la prima parte dell’anno della Scuola si intitola “Disinstallarsi: una Chiesa in cammino che prende sul serio le domande". In che senso bisognerebbe “disinstallarsi”?
«Nel senso di “schiodarsi”, muoversi per mettere in gioco se stessi, la propria fede. È un’espressione che Papa Francesco usa spesso. È la grande sfida delle nostre comunità. Si tratta di cercare orizzonti diversi».


Alzando sempre più in alto l’asticella, per non rischiare di fissarsi troppo su ciò che si è raggiunto…
«Si tratta di spostare l’oggetto del desiderio: ciò che come parrocchiano o appartenente a un’associazione o a un movimento hai fatto fino ad oggi, va bene. Non è questo il problema. Ma bisogna sapersi mettere in gioco, abbattere gli idoli del “si è sempre fatto così”».


Le Unità pastorali, ad esempio, richiedono a tutti un approccio diverso…
«Sì, un approccio che non faccia disperdere energie, vista la necessità di lavorare in un territorio più ampio. Il “disinstallarsi” è anche questo, e comprende il prendersi cura, quindi anche il tema di una formazione adatta a tutti, aperta a ognuno». 


Il tema della cura, che richiama ancora quello della fragilità…
«Si tratta di entrare nelle vite delle persone. Ogni evangelizzazione dovrebbe sempre partire da questo, non da un sistema di pensiero che si considera perfetto e che quindi basta applicare
alla realtà. Mentre invece la mia vita deve poter cambiare, senza conformarsi a un sistema concettuale. La nostra stessa Scuola, dunque, rifiuta questo tipo di rigidità, proponendo un approccio alla teologia intesa come bene comune appartenente al popolo di Dio».


Un bene comune che andrebbe anche “portato” in maniera sempre più capillare nelle varie parrocchie…
«Certamente. Già l’anno scorso alcuni dei partecipanti hanno sperimentato una forma ancora più allargata di Scuola: coloro che vi partecipavano, infatti, avevano dato vita nelle proprie parrocchie a gruppi nei quali riportavano ciò che avevano ascoltato durante le lezioni, per discuterne assieme. Un metodo da promuovere ovunque in Diocesi».


(pubblicato su la Voce di Ferrara-Comacchio del 22 settembre 2023)


In dettaglio la proposta sul sito internet della scuola di Teologiahttps://stlferraracomacchio.it


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PERSONA GIURIDICA

 
Denominazione Ufficiale:  Scuola di Teologia per Laici "Laura Vincenzi"
Altra Denominazione:  
Via Boccanale di Santo Stefano 24
 Ferrara 44121 

Email:
segreteria@stlferraracomacchio.it
Telefono:
0532 242278
 

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